Cittanova (Novigrad)

(foto e servizio di Massimo Barbo) e Diana Ressani

Sulle origini di Cittanova non vi sono delle vere e proprie documentazioni ma l’ipotesi più accreditata sembra essere quella che vede l’insediamento di un castello nel VI secolo su questa piccola penisola a nord della foce del Quieto (che allora era però un isolotto), da parte dei rifugiati dell’antica Aemonia Saviana (nulla a che vedere con l’antica Lubiana), una città antichissima probabilmente fondata dagli Argonauti la cui posizione effettiva non è mai stata scoperta ma presunta essere presso la foce del fiume Quieto.

Distrutta probabilmente dai Bizantini, dell’antica Aemonia o Emonia furono usate le pietre per costruire il nuovo borgo fortificato di Novezio o Noventum. In seguito il borgo si chiamò anche Novate e Neopolis e nel IX secolo fu latinizzato in Civitas Nova dal quale deriva l’attuale denominazione italiana di Cittanova tradotta Novigrad in lingua croata.

Divenne sede vescovile nel Medioevo, il che gli valse la qualifica di città che nel 1180 fu assoggettata ai Patriarchi di Aquileia che la protessero dai saccheggi dei pirati. Nel 1270 si dette in sudditanza a Venezia alla quale rimase fedele fino alla caduta della Serenissima nel 1797. L’attività marittima rese Cittanova un importante porto di riferimento in epoca veneziana e per questo fu spesso vittima di scorribande da parte dei pirati, l’ultima nel 1687 da parte dei Saraceni.

Ancora oggi la simpatica cittadina conserva la struttura medievale esibendo al visitatore le proprie antiche mura, i torrioni, i bastioni e lo stesso duomo, con annesso campanile, risalente al Settecento ma ricco di reperti paleocristiani al suo interno. La cittadina è assolutamente originale ed attira l’attenzione anche del turista più distratto. L’ampia offerta della cucina a base di prodotti locali che spazia dal pesce alla carne, dai salumi ai vini, alla quale si aggiunge nel periodo estivo quella dei gelati, la rendono un’attraente perla turistica dell’alto Adriatico istriano. (*)

Massimo Barbo – TuttoTrieste.net

Il Duomo di S.Pelagio e S.Massimo (XVIII sec.):

Le mura di cinta (XIII sec.) e la loggia (XVI sec.):

Scorci della città:

Le rive:

Bibliografia:
– Dario Alberi, “Istria, storia, arte, cultura“, Lint Editoriale – Trieste
– AA.VV. “, “Istria, Cherso, Lussino, guida storico artistica“, Bruno Facchin Editore – Trieste
– Gaetano Longo, (dis.Aldo Bressanutti), “Terra d’istria“, Lint Editoriale – Trieste
– Fabio Amodeo, “Tutto Istria“, Lint Editoriale – Trieste

ISTRIA
Storia, arte, cultura
di Dario Alberi

(*) Pur compiendo ogni ragionevole sforzo per assicurare che i materiali ed i contenuti pubblicati nel presente sito siano attentamente vagliati ed elaborati con cura, errori, inesattezze ed omissioni sono tuttavia possibili. Si declina pertanto qualsiasi responsabilità per errori, inesattezze ed omissioni eventualmente presenti nel sito. Nessuna responsabilità viene assunta in relazione sia al contenuto di quanto esposto su questo sito ed all’uso che terzi ne potranno fare, sia per le eventuali contaminazioni derivanti dall’accesso, dall’interconnessione, dallo scarico di materiali da questo sito. Leggi il disclaimer completo.

I commenti sono chiusi.