Isola d’Istria (Izola)

(foto e servizio di Massimo Barbo)

La devastazione di Aquileia ad opera degli Unni, portò moltissimi profughi in queste terre istriani ed alcuni di essi colonizzarono un piccolo isolotto diviso dalla terraferma da un sottile lembo di mare, edificando le proprie case, le mura di protezione ed un ponte a schiena d’asino che la congiungesse al continente. Il borgo fu semplicemente chiamato Isola ed incorporò quel piccolo abitato celtico conosciuto come Alieto. il canale che lo separava dalla terra si riempì lentamente dei depositi alluvionali e col tempo venne colmato trasformando in promontorio quello che un tempo era un’isola.

La cittadina fu dominio dei patriarchi di Aquileia, dei vescovi di Trieste e Capodistria e nel 1280 fece voto di sottomissione volontaria alla Serenissima. La cittadina subì le espansioni economiche delle vicine Pirano e Capodistria e soprattutto con la prima vi furono accese rivalità. Epici furono i dissidi tra le due città che portarono alla promulgazioni di numerose leggi che vietassero il più possibile i contatti tra i due borghi ed un editto veneziano impose addirittura il divieto assoluto di portare armi agli incontri diplomatici tra i rappresentanti delle due città.

Forte fu il legame con Venezia tanto che alla caduta della stessa nel 1797 la città insorse uccidendo il Podestà in carica reo, secondo il popolo,  di aver tramato la cessione di Isola agli Austriaci. Fu quindi Absburgica fino alla prima guerra mondiale per poi essere annessa al Regno d’Italia e quindi, finita la seconda guerra, alla Jugoslavia il cui regime agevolò l’esodo di buona parte degli autoctoni italiani. Dal 1991 la cittadina fa parte della Repubblica di Slovenia.

Tra i personaggi illustri nati ad Isola d’Istria va sicuramente ricordato il campione del mondo di pugilato Nino Benvenuti, il cartografo Pietro Nobile, il poeta satirico Pasquale Besenghi degli Ughi ed il matematico Domenico Lovisato. (*)

Massimo Barbo – TuttoTrieste.net

Il Duomo di San Mauro (1547)
Lo stemma della città e una colomba bianca con un ramoscello d’ulivo al becco, in quanto la leggenda vuole che nel 1380 San Mauro salvò Isola dagli attacchi dei genovesi proprio grazie ad una colomba con un ramoscello d’ulivo nel becco.

Le chiese:

Casa Besenghi (oggi sede della locale Comunità degli Italiani):

Palazzi:

Il Mandracchio, il Porto di San Simone, le calli:

Bibliografia:
– Dario Alberi, “Istria, storia, arte, cultura“, Lint Editoriale – Trieste
– AA.VV. “, “Istria, Cherso, Lussino, guida storico artistica“, Bruno Facchin Editore – Trieste
– Gaetano Longo, (dis.Aldo Bressanutti), “Terra d’istria“, Lint Editoriale – Trieste
– Fabio Amodeo, “Tutto Istria“, Lint Editoriale – Trieste

ISTRIA
Storia, arte, cultura
di Dario Alberi

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