Capodistria (Koper)

(servizio di Massimo Barbo – foto di Franco Sirol e Massimo Barbo)

Cenni storici e notizie:

Il centro storico di Capodistria è un piccolo borgo edificato su una collinetta che un tempo molto lontano era un isolotto. La leggenda vuole che la dea Minerva vi si riparò per difendersi da Poseidone e proprio nella lotta contro il dio del mare fece cadere in mare l’egida, lo scudo di pelle di capra, dove Giove poi fece sorgere un’isola che, vista dall’alto, ricordava la forma di uno scudo rovesciato. I primi riferimenti storici del borgo riportano infatti il nome di Egida. Divenne la romana Aegida sotto Augusto quando entrò a far parte del territorio Tergestinum. Nel V secolo l’isolotto prese il nome di Capris ed il paese crebbe di dimensioni accogliendo gli abitanti della circostante zona rurale in fuga dalle invasioni dei Visigoti, degli Ostrogoti e degli Unni. Divenuta bizantina nel 539, Capris fu una delle principali basi greche nella lunga guerra gotica e nel 568 accolse parte della popolazione tergestina in fuga dalla propria città distrutta dai Longobardi. In quell’occasione l’aumento della popolazione fu accompagnata dall’ampliamento delle mura cittadina per opera dell’Imperatore Romano d’Oriente Giustino II e l’insediamento urbano, in suo onore, cambiò nome in Iustinianopolis (o Giustinopoli). In seguito gli intensi rapporti commerciali con Grado e Ravenna consentirono una rapida espansione economica della città la cui capacità difensiva permise di non essere occupata dai Longobardi quando questi nel 774 invasero l’Istria. Con la crescita economica di Venezia, Capodistria iniziò un lento distacco da Bisanzio e nel 932 siglò con la Serenissima il primo patto commerciale che culminò nell’anno 1000 con l’atto di fedeltà pur conservando un ampio potere di autogoverno. Nel 1208 i Patriarchi nominarono la città capoluogo di provincia imponendo il nome di Caput Histriae dal quale derivò poi il nome italiano di Capodistria, nome ufficiale sino alla fine della seconda guerra mondiale. Numerose furono le guerre mosse da Capodistria nel XIII secolo alle altre città istriane per imporre la propria supremazia, in particolare le faide con le potenti Parenzo e Rovigno mentre facili domini furono i castelli di Buie, Portole, Due Castelli e Pinguente. Nel 1287 con il Trattato di Treviso, Capodistria divenne possesso assoluto di Venezia e tale fu fino alla caduta di quest’ultima nel 1797; in pratica da quel momento la città, pur ufficialmente  autonoma, era in assoluto controllo veneziano per la stretta vicinanza con Trieste da sempre asburgica ed importante porto dell’alto Adriatico. Nel 1791 la dichiarazione di Trieste quale “porto franco” segnò il crollo commerciale di Capodistria che con la sua introduzione nell’Impero Austro-Ungarico in seguito alla caduta della Serenissima, divenne per oltre un secolo il naturale retroterra di Trieste.

Terminata la prima guerra mondiale, Capodistria come Trieste e tutta l’Istria asburgica divennero territori del Regno d’Italia fino al 1945 quando sorse il Territorio Libero di Trieste diviso in Zona A (con amministrazione anglo-americana comprendente la città di Trieste) e la Zona B (con amministrazione jugoslava comprendente, tra le altre, Capodistria). Da questo momento iniziò l’esodo della maggior parte dei capodistriani italiani autoctoni verso altri paesi ed il concomitante massiccio afflusso in città di genti di lingua slovena provenienti dall’interno dell’Istria e di altre genti slave provenienti dal resto della Jugoslavia. Nel 1991 con la disgregazione della Federativa Jugoslava, Capodistria entrò a far parte della neonata Repubblica di Slovenia della quale oggi è uno dei principali centri economici e l’unico porto della nazione.

Il nome sloveno attuale della città è Koper e probabilmente deriva per assonanza dall’antico nome latino di Capris. Capodistria oggi si presenta con un delizioso centro storico, circondato da un porto commerciale, una marina da diporto ed una estesa zona industriale comprendente anche molti centri commerciali e stores. L’autostrada che collega il centro di Trieste a quello di Capodistria, comporta un viaggio di circa un quarto d’ora per spostarsi dall’una all’altra città.

Nella bellissima Piazza del Duomo si possono ammirare importanti opere architettoniche: il Duomo di San Nazario (XV sec.), il campanile (1480), il Battistero del Carmine (1317), la Loggia Veneta (1462), il Palazzo Pretorio (1348), la Foresteria (XV sec.) e l’Armeria (XVI sec.). (*)

RADIO CAPODISTRIA e TELE CAPODISTRIA:

Radio Capodistria fu fondata nel 1949 quale organo di informazione ufficiale della comunità italiana dell’Istria e stessa rappresentanza fu conferita alla sorella Tele Capodistria sorta nel 1970. Oggi le due emittenti sono sostenute dall’Ente Pubblico Radiotelevisivo Sloveno nell’ambito della protezione delle minoranze linguistiche presenti sul territorio. Trasmettono sia in sloveno che in italiano. (*)

Massimo Barbo – TuttoTrieste.net

Carrellata fotografica:

Bibliografia:
– Dario Alberi, “Istria, storia, arte, cultura“, Lint Editoriale – Trieste
– AA.VV. “, “Istria, Cherso, Lussino, guida storico artistica“, Bruno Facchin Editore – Trieste
– Gaetano Longo, (dis.Aldo Bressanutti), “Terra d’istria“, Lint Editoriale – Trieste
– Fabio Amodeo, “Tutto Istria“, Lint Editoriale – Trieste

ISTRIA
Storia, arte, cultura
di Dario Alberi

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