ANDREA RAPICIO

ANDREAS • RAPICCIVS
S • C • M • FERDINANDI • PRI.
SECRETARIVS • CONSILIARIUS
PRO • EADEM • MAIESTATE • IN • FOROIVLII • FINIBVS • COMMISSARIVS
ANTISTES • AC • COMES • TERGESTINVS • MDLXVI.

Andrea Rapicio nacque a Trieste il 2 dicembre 1533 in una nobile famiglia chiamata anche Ravizza o Ravizzia. Fu un umanista, vescovo, poeta e giurista con due lauree conseguite a Padova. Nei documenti storici il suo nome fu spesso indicato anche come Rapiccio, oppure Andreas Rapicius o Andreas Rapitius in latino, oppure ancora Rapizius in tedesco e Rapici in testi di lingua slava.

Fu nominato rappresentante del Comune di Trieste e quindi ministro presso l’Imperatore Ferdinando I d’Asburgo e divenne, per le sue competenze, segretario dell’Arciduca Carlo e consigliere aulico dell’Imperatore stesso. Nel 1565 Andrea Rapicio fu nominato Vescovo di Trieste, città per il benessere della quale si impegnò per tutta la vita. In quell’epoca la nobiltà triestina era sostanzialmente divisa in due fazioni, una filo-veneziana e l’altra filo-austriaca ed il Rapicio, ritenendo che queste aspre divergenze arrecassero solo danni alla città, si prodigò per far dialogare e rappacificare le due fazioni. Riuscì ad ottenere molti risultati in tal senso, tanto da organizzare una festa di capodanno nella sua dimora, invitando gli esponenti delle due fazioni avverse. Fu proprio in quell’occasione, la sera del 31 dicembre 1573, che il Vescovo morì avvelenato. Le circostanze della sua morte rimasero avvolte nel mistero in quanto le ipotesi furono diverse, da quella che sostenne che il Rapicio bevve erroneamente da un calice avvelenato da uno dei suoi ospiti ma destinato ad un ospite della fazione opposta ma fu anche paventata l’ipotesi che l’avvelenamento fu proprio diretto al Vescovo stesso per la contrarietà di alcuni nobili al suo coinvolgimento ed alla sua profusione per il raggiungimento di un pacifico accordo tra le fazioni.

Il Rapicio consegnò alla storia un poemetto in versi intitolato “Histria”, probabile terra d’origine della sua famiglia che, dopo la morte del figlio, si ritirò nel castello Rapicio nei pressi di Pisino, castello distrutto durante la seconda guerra mondiale e del quale sopravvivono oggi solo alcuni resti.

La città di Trieste gli ha intitolato una via che collega la via Giulia al viale XX Settembre. (*)

Massimo Barbo – TuttoTrieste.net

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